Ablazione tartaro

Alla nascita la bocca del neonato è un ambiente sterile, ma il contatto con l’ambiente e i cibi provoca la formazione di una flora batterica stanziale che lo accompagnerà per sempre. Questa flora, la placca batterica, andrà combattuta per sempre, attraverso la pulizia quotidiana e la detartrasi effettuata almeno due volte l’anno.

Igiene dentale

La placca batterica

aderisce come un

velo trasparente

Lo spazzolino

non rimuove

tutta la placca

La placca si trasforma in tartaro:

una formazione

che non può più

essere rimossa con

lo spazzolino

Il tartaro irrita le

gengive che si

infiammano e

tendono a ritirarsi

La placca batterica

Questi batteri, di molti tipi diversi, vivono aderendo alle superfici dei denti, delle mucose, della lingua. Si strutturano in un reticolo trasparente (Placca Batterica). La placca si deposita maggiormente attorno al colletto dei denti, tra dente e gengiva, e nello spazio interdentale. I batteri più dannosi catturano zuccheri e carboidrati e, dopo averli digeriti, producono acido lattico come elemento di scarto. L’acido lattico è capace di corrodere lo smalto del dente provocando la carie. Le sostanze emesse dai batteri della placca sono nocive anche per le gengive: sono causa delle gengiviti e, nei casi più gravi della piorrea (paradontosi).

Che cos’è il tartaro

Se la placca batterica non viene rimossa entro 8/16 ore si associa a sali di calcio presenti nella saliva e tende ad indurirsi prendendo il nome di Tartaro. Per questo motivo i depositi di tartaro sono più frequenti e importanti nelle vicinanze delle ghiandole salivari, in corrispondenza dei molari superiori (ghiandole parotidi) e incisivi inferiori (ghiandole sublinguare e sottomandibolare).
Il tartaro irrita le gengive che tendono a sanguinare e ritirarsi creando delle sacche (tasche paradontali). Queste tasche possono ritenere delle piccole quantità di cibo che, marcendo, provoca un cattivo sapore nella bocca e alitosi. Il tartaro, soprattutto nei fumatori, prende un antiestetico colore giallo-marroncino, e, ben oltre il problema estetico, compromette la quotidiana igiene orale perché non viene intaccato dall’uso dello spazzolino.

Come si rimuove il tartaro

Il trattamento per la rimozione del tartaro dura circa 45 minuti. Appositi strumenti vibranti ad ultrasuoni sgretolano facilmente i depositi voluminosi, l’odontoiatra esegue poi una pulizia sottogengivale ed infine elimina le macchie superficiali con uno speciale gommino che lucida lo smalto dei denti.

pulizia tartaro

La detartrasi va eseguita una o due volte l’anno. I fumatori, o pazienti che presentano strutture più difficili da pulire quotidianamente, potrebbero aver bisogno di una frequenza maggiore. Sarà il dentista, durante le visite di controllo, a consigliare la migliore frequenza.