Bruxismo

Il brusimmo e in genere i disturbi dell’articolazione della mandibola (disturbi gnatologici di origine muscolare) sono poco definiti dal punto di vista anatomico: i muscoli che muovono l’Articolazione Temporo Mandibolare (ATM) sono moltissimi come le possibili cause dovute a fattori non anatomici.
Con un controllo professionale si può diagnosticare il bruxismo anche se il paziente non ne ha coscienza: spesso quello notturno viene riconosciuto solo quando i danni diventano evidenti. Il consumo anomalo della dentatura provocato dal serrare i muscoli non sfugge al controllo dell’odontoiatra già nella fase iniziale.

bruxismo e bite

I disturbi avvertiti dal paziente sono generalmente legati al fatto che alcuni di questi muscoli, e spesso i principali, lavorano troppo e male. Costretti a lavorare in eccesso, producono contratture, spasmi e affaticamento. Le cause di questo superlavoro possono essere di origine meccanica e/o psicologica, difficili da individuare con chiarezza, in linea di massima si possono dividere in due categorie:


Occlusali
Problematiche occlusali: la posizione di chiusura delle due arcate dentarie causa un problema di postura alla mandibola con conseguente uso asimmetrico della forza muscolare. Sono situazioni rare che si risolvono con interventi ricostruttivi.


Psicologiche
Problematiche psicologiche: non sono dovute a problemi dentali, il paziente inconsapevolmente sfoga stress e tensione contraendo i muscoli articolari, questa azione prolungata, se non affrontata, porterà nel tempo l’abrasione o la frattura dei denti e problematiche muscolari.


Ma anche serramento
La forma più rara è il Serramento: il paziente tiene i denti a strettissimo contatto e fa pulsare i muscoli di chiusura per abitudine senza una reale necessità. Si può vedere l’azione di questi muscoli sui volti degli attori che, in situazioni drammatiche, simulano la tensione con questo espediente.

bruxismo notturno

Una forma invece molto diffusa è il Bruxismo: l’abitudine di strofinare strettamente i denti tra di loro facendoli scivolare in tutte le direzioni, spesso associando il serramento. Tali azioni nel tempo possono causare usura, anche notevole, delle superfici dentali, ischemia dei muscoli masticatori e dolore o danno ai tessuti di sostegno dei denti. Si tratta di una abitudine prevalentemente notturna. Durante il sonno, e specialmente nelle prime fasi, i bruxisti digrignano i denti per pochi secondi per poi rilassare la muscolatura. La pratica viene ripetuta molte volte in sequenza compromettendo la qualità del riposo. Il paziente che manifesta il problema esclusivamente durante il sonno spesso non è consapevole di questa attività: è infatti l’odontoiatra che, durante le visite di pulizia dentale, nota il consumo dei denti nei punti di contatto e diagnostica il bruxismo. Questo tipo di disturbo è in aumento continuo, legato al nostro stile di vita sempre più veloce e stressante.

bite per bruxismoIl rimedio migliore in caso di bruxismo è l’uso del Bite. È una placca, generalmente in resina, che viene modellata sulle arcate dentarie e posta tra le due per una azione protettiva di “cuscinetto” morbido che previene lo sfregamento diretto proteggendo la dentatura. Il Bite può essere rigido, modellato dal dentista su un calco della dentizione del paziente. È la soluzione migliore, anche se più costosa, perché tiene conto dei reali spazi interdentali e delle misure adatte a non creare disallineamenti e occlusioni che potrebbero divenire fonte di nuovi problemi muscolari. 

In alternativa esistono Bite automodellanti universali, venduti in farmacia, e devono essere adattati dal paziente tramite una procedura. Per i motivi esposti è meglio non usarlo per un tempo troppo prolungato, è invece un ottimo sostituto in attesa del modello definitivo personalizzato creato dal dentista.

Comunque il Bite deve essere stabile, non deve avere gioco; deve avere un ingombro minimo, deve lasciare uno spazio libero funzionale; deve essere di facile rimozione; deve essere morbido con bordi arrotondati e stimolare il rilassamento muscolare.