Ortodonzia bambini

bambinaL’ortodonzia bambini (ortodonzia pediatrica) si occupa di trattare precocemente eventuali discrepanze scheletriche fra i due mascellari con l’obiettivo di ripristinare la normale crescita facciale. È indispensabile in presenza di overjet (denti sporgenti) al fine di ridurre i rischi di traumi dentali o per prevenire i problemi futuri derivanti dagli affollamenti dentali. È molto efficace quando le malocclusioni minano l’autostima dei piccoli, che, per questo, possono essere presi di mira dai compagni. Utilizza trattamenti poco invasivi perché tende ad utilizzare per le correzioni i denti decidui, evitando così rischi per l’integrità dello smalto dei denti permanenti. È più facile lavorare sui piccoli perché in genere sono più disposti a collaborare e convivere con gli apparecchi che da grandi vedranno come “intrusi” ed antiestetici.
In generale l’ortodonzia pediatrica è un trattamento conservativo: in molti casi elimina o riduce la necessità di interventi futuri (ad esempio in età pediatrica è possibile espandere le arcate dentarie con un semplice apparecchio, questa tecnica indolore eviterà che nel futuro si rendano necessarie delle estrazioni di denti per la mancanza di spazio sufficiente in arcata). In linea di massima i trattamenti in età pediatrica (rispetto a quelli effettuati a permuta completata) sono più semplici, più brevi, richiedono una facile collaborazione e, non ultimo, sono economicamente meno onerosi.

ortodonzia bambini

Vediamo di seguito una serie di sintomi spia di qualcosa che non va. Quando i sintomi sono isolati nel tempo o nel numero potrebbero anche essere momentanei e scomparire autonomamente.
La regola è non allarmarsi ma non rischiare: è meglio una visita che accerti che tutto è nella norma che lasciare che una situazione facilmente affrontabile si aggravi col passare del tempo.

Sintomi respiratori
  • Il tuo bambino presenta difficoltà nella respirazione?
  • Resta a bocca aperta durante il giorno o durante la notte?
  • Ha labbra screpolate o narici molto strette?
  • Ha difficoltà a risvegliarsi la mattina?
  • Riferisce frequenti risvegli notturni o incubi?
  • Trovi macchie di saliva sul suo cuscino?
  • Russa o ha apnee notturne?
  • Fa la pipì a letto?
  • È iperattivo, aggressivo o ha difficoltà di concentrazione?

 

Se osservi nel bambino uno o più sintomi di quelli elencati il piccolo potrebbe essere un “respiratore orale” o soffrire di sindrome dell’apnea ostruttiva nel sonno (OSAS).
In una situazione normale l’aria entra dal naso, dove viene umidificata, riscaldata e purificata da polvere e batteri. Se, per un problema legato alle vie aeree superiori, l’aria entra con difficoltà dal naso l’organismo sceglie la via più facile facendo ricorso alla respirazione orale.
Una corretta respirazione e lo sviluppo armonioso del cavo orale sono strettamente correlati. Naso e bocca non sono solo vicini, il tetto della cavità orale è il pavimento delle cavità nasali, ed eventuali problemi di un ambito influenzano facilmente l’altro.
L’errata respirazione, nel tempo, è causa di mancato sviluppo delle cavità nasali, dell’insorgenza di un palato stretto, di malposizioni dentarie e alterazioni scheletriche che, a fine crescita, diventano strutturali.
Gli effetti strutturali si manifestano determinando una faccia allungata, una contrazione del mascellare superiore e della base del naso, una volta palatale alta e una crescita mandibolare volta verso il basso e indietro. Anche la dentizione è influenzata: gli incisivi si inclinano verso il fronte, infine si configura un morso aperto anteriore assieme ad un morso incrociato posteriore.

Questi effetti si manifestano e si consolidano negli anni. Sono variazioni molto lente e continue. È più difficile percepirle per i genitori, perché sono a contatto con i bambini quotidianamente.
Per questo motivo, se si presentano i sintomi elencati in apertura, è augurabile una visita immediata dal dentista: esistono diversi presidi ortodontico-ortopedici creati proprio per risolvere queste problematiche.

Deglutizione
  • Il tuo bambino mastica lentamente?
  • Oppure tende ad ingoiare in fretta il cibo?
  • Durante la deglutizione spinge la lingua contro o tra i denti?
  • Quando pronuncia alcuni suoni, ad esempio la esse di “sale”, spinge la lingua contro i denti?
  • A riposo tiene la lingua bassa o fuori della bocca?

 

La deglutizione atipica è dovuta al persistere della deglutizione tipica del lattante. Il meccanismo della deglutizione evolve con l’età per arrivare alla completa deglutizione adulta a circa 7 anni.
Il lattante per assumere cibo liquido deve creare una pressione negativa all’interno del cavo orale: sporge la lingua tra le gengive e stringe le labbra, la tettarella o il seno materno sono poggiati sulla lingua che compie un movimento in avanti per agevolare la deglutizione.


Se il bambino conserva le modalità di deglutizione del lattante si troverà ad esercitare una pressione tra o contro gli incisivi con la lingua, che sarà in posizione bassa invece che contro il palato. I muscoli delle labbra e del mento si contraggono. I muscoli masseteri, al contrario, non si contraggono, lasciando i molari staccati.

La deglutizione atipica è una abitudine viziata che può dipendere da allattamento prolungato, da uso protratto del biberon o del ciuccio, dal succhiamento del pollice.
Può dipendere anche da patologie: adenoidi ipertrofiche, respirazione orale, tonsille infiammate, frenulo della lingua corto, otite, anomalie posturali.
È difficile notarlo, ma normalmente deglutiamo dalle 1200 alle 2000 volte al giorno. Una azione scorretta, ripetuta costantemente, può provocare alterazioni dento-scheletriche, palato ogivale, alterazioni della fonazione e della postura.

L’intervento tempestivo, nei primi anni di età, è fondamentale per correggere le cattive abitudini e favorire una crescita armonica e corretta del bambino. L’ortodontista valuterà la presenza di alterazioni scheletriche o dentali, il logopedista valuterà se intervenire con esercizi mirati alla rieducazione della muscolatura facciale e linguale.

Fonazione
  • Il tuo bambino pronuncia male alcune consonanti (f,v,t,z)?
  • Ha la erre “moscia” (Rotacismo)?
  • Oppure la esse “zeppola” (Sigmatismo)?
  • Pronuncia “mea” al posto di “mela”?
  • Oppure “faa” al posto di “fata”?

 

I bambini attraversano normalmente un periodo di incoordinazione motoria durante il quale pronunciano male diverse consonanti. La correzione di queste difficoltà avviene spontaneamente tra i 3 e i 5 anni di età. Se gli ostacoli naturali non scompaiono siamo di fronte ad un difetto di pronuncia che, se non affrontato, può durare fino all’età adulta.

I difetti di pronuncia (Dislalie) possono generare “simpatia” ma non vanno sottovalutati.
Le dislalie possono dipendere da abitudini comportamentali o da cause organiche. È comunque importante indagarne le cause: le abitudini comportamentali possono essere risolte con il metodo ortofonico in pochi giorni o al massimo in poche settimane (i bambini apprendono in fretta seguendo il logopedista). Le cause organiche vanno affrontate precocemente per evitare problemi futuri più difficili da affrontare.

Ortodontista e logopedista con una semplice visita indicheranno i modi, in genere poco invasivi se il problema viene segnalato presto (5/6 anni di età), per correggere le dislalie. Controlleranno anche i movimenti della lingua e il frenulo linguare, altre possibili cause delle dislalie.

Puoi cercare di prevenire le dislalie evitando alcune cattive abitudini:

  • l’uso prolungato di ciuccio e biberon;
  • succhiare il pollice;
  • mangiare le unghie;
  • mordicchiare matite o penne;

 

Un altro errore da evitare è di tipo alimentare. Molti genitori ritardano l’introduzione di cibi solidi nella dieta del bambino. Ma le strutture fisiche che servono per parlare (labbra, lingua, muscoli facciali) maturano e si allenano attraverso la funzione masticatoria e la deglutizione. Rallentare tale evoluzione può determinare problemi all’articolazione dei fonemi “l”, “n”, “r”, che richiedono una buona tonicità della lingua.

Postura, muscoli e Articolazione Temporo Mandibolare (ATM)
  • Il tuo bambino lamenta mal di testa che parte dal collo verso l’alto (Cefalea tensiva)?
  • Dolori muscolari facciali?
  • Sente dei sibili prolungati (Acufeni)?
  • Gli “gira la testa” o ha problemi di equilibrio?
  • Digrigna i denti?

 

Uno o più sintomi sopra elencati possono essere indice di una malocclusione dentale.
Il termine “occlusione dentale” fa riferimento al corretto contatto tra le arcate dentarie a bocca chiusa o durante la deglutizione. Le arcate dentarie entrano in contatto tra loro in modo complesso. L’occlusione ideale comporta una media di 50/100 punti di contatto simultanei, all’esame visivo i denti superiori si collocano all’esterno degli inferiori, molari e premolari di circa mezzo dente. Gli incisivi superiori, i denti frontali, coprono gli inferiori per circa 1/3 della loro altezza. Tutti i denti, sia superiori che inferiori, toccano due denti antagonisti, cioè della arcata opposta.

Per malocclusione si intende una alterazione del modo normale di contatto tra i denti. Per compensare la posizione anormale della mascella la muscolatura si trova in una situazione di tensione innaturale. L’equilibrio della mandibola dipende dalla postura e viceversa. In realtà mandibola, tratto cervicale e lingua sono una unità inscindibile. Qualunque anomalia della bocca influenza la zona cervicale e, di conseguenza, l’intera postura. Tutto ciò che avviene nella bocca si ripercuote, attraverso le articolazioni temporo-mandibolari, sul tratto cervicale interessando così il cingolo scapolare, la colonna vertebrale, il cingolo pelvico fino ai piedi.

Oggi tutti i tipi di malocclusione possono essere risolti o ridotti al minimo con trattamenti semplici e sperimentatissimi. In questi casi, come sempre, è importante non perdere tempo. Anche se per una correzione conclusiva si deve attendere che tutta la dentatura definitiva sia formata, dei piccoli interventi preparatori effettuati sotto i 12 anni anticipano e semplificano gli interventi futuri.